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CASOLA2018 INCONTRO INTERNAZIONALE DI SPELEOLOGIA | 1-4 NOVEMBRE | CASOLA VALSENIO | RA | ITALY

CASOLA2018 INCONTRO INTERNAZIONALE DI SPELEOLOGIA
1-4 NOVEMBRE | CASOLA VALSENIO | RA | ITALY

CASOLA2018 INCONTRO INTERNAZIONALE DI SPELEOLOGIA
1-4 NOVEMBRE | CASOLA VALSENIO | RA | ITALY

NUVOLE Casola2018, lo specchio di un territorio

Concluso pochi giorni fa l’Incontro internazionale di speleologia a Casola Valsenio (RA), edizione record per numeri e livello. Iseppi, sindaco di Casola: “felice momento di ospitalità”; Costa, direttore Parco Vena del Gesso, “fondamentale per il territorio”.

Casola Valsenio, 9 novembre 2018 – Si è da poco concluso NUVOLE Casola 2018, l’evento che l’Associazione Speleopolis ha organizzato a Casola Valsenio (RA), paese che ospita fin dal 1993 gli appassionati e gli studiosi di speleologia con incontri dal carattere internazionale che toccano i diversi aspetti del mondo ipogeo e che permettono di fare conoscere le aree carsiche della Vena del Gesso Romagnola. Per NUVOLE è già tempo di bilanci.libretto

NUVOLE Casola2018 si è rivelato un evento di grande rilievo. Il presidente del comitato organizzatore, Stefano Olivucci, è intervenuto per sottolineare che l’Incontro “ha coinvolto pienamente il mondo della speleologia e il territorio intorno a Casola Valsenio. La partecipazione è stata molto alta su tutto il programma, quest’anno particolarmente ricco e significativo”. Oltre alle tante proposte di relazioni e reportage, provenienti dalle diverse associazioni speleologiche italiane e internazionali, sono stati tantissimi gli approfondimenti scientifici e i contenuti divulgativi. “A NUVOLE abbiamo incrociato la passione della speleologia con quello dell’arte e della fotografia con mostre come Faience, Keramos olivucci goldoni calzolarie Siamo Usciti, fino all’esperienza audiovisiva In The Cave”. L’evento ha avuto una forte partecipazione internazionale, “con la presenza di speleologi e associazioni dall’estero e soprattutto con ECRA, la European Cave Rescue Association, trattando delle delicate tematiche di prevenzione, sicurezza e soccorso”.  Al termine dell’intervento, “un doveroso ringraziamento ai tanti fra Enti e Istituzioni, alle Associazioni di Speleologia e le Associazioni di Casola e del territorio, oltre ai professionisti e alle singole persone senza le quali NUVOLE non sarebbe stato possibile”.

Nicola Iseppi, sindaco di Casola Valsenio, cittadina che ha accolto NUVOLE Casola2018, trasformandosi in Speleopolis, ha tracciato un bilancio dell’edizione di quest’anno dal punto di vista del suo territorio. “La comunità è stata partecipe – ha detto Iseppi al termine del raduno – come lo è sempre stata e come sempre le è stato riconosciuto. Diventare Speleopolis è stato molto più che un’esperienza positiva: è stato un felice momento di ospitalità e amicizia.” Ricordando i giorni che hanno portato all’avvicinamento al raduno, Iseppi ha voluto sottolineare come “tutti hanno dato una mano volentieri per prepararsi la all’arrivo di 2500 speleologi, che hanno quasi raddoppiato la popolazione della cittadina. Il distacco dall’evento è stato, al contrario, un vero e proprio pubblicotrauma: in poche ore il paese è tornato bruscamente alla normalità”. Iseppi ha poi concluso ricordando “la cordialità e l’amicizia che legano la comunità di Casola alla comunità speleologica. Attraverso Speleopolis, Casola è riuscita a diventare consapevole di un ambiente naturale, riuscendo a valorizzarlo attraverso la fruizione delle grotte e del Parco della Vena del Gesso”.

Tra gli eventi, oltre ai convegni di carattere livellato verso l’alto, una parte essenziale del raduno è stata quella delle escursioni – che sono state dirette a grotte di medio o elevato livello, da esplorare con supporti di corda e attraverso strettoie, fino a grotte più genericamente turistiche. Escursioni che si sono diramate per tutto il Parco della Vena del Gesso, istituzione che protegge e promuove l’ambiente naturale. Massimiliano Costa, direttore del Parco, è stato uno dei partecipanti più attivi a NUVOLE2018, tra convegni da lui organizzati e interventi in dibattiti di forte pregnanza. Costa si è detto entusiasta per l’edizione di quest’anno, notando come il raduno migliori “a ogni nuova edizione”. “Questa è la terza edizione di Casola da quando sono direttore del parco – ha precisato Costa – e quest’anno sono stato particolarmente contento dei contenuti e della presenza del pubblico, che più degli anni passati ha riempito le sale durante i dibattiti, come quello sulla formazione delle guide turistiche o quello sul rapporto tra speleologi e parchi turistici – un rapporto di mutualità che servirà alla crescita di entrambi”.

bimbiProprio focalizzandosi su questo ultimo incontro, Costa è stato soddisfatto della grande affluenza di speleologi e di guide turistiche, che ha fatto da contraltare alla scarsa presenza dei rappresentanti dei parchi. “C’eravamo solo noi della Vena del Gesso, Federparchi e I Gessi Bolognesi”, si è rammaricato Costa. “Purtroppo spesso i parchi rimangono sordi, ma l’impeccabilità del convegno e la grandetanta gente risonanza di Speleopolis aiuterà moltissimo le nostre istituzioni”. In effetti il raduno, secondo Costa, è stato “fondamentale per l’immagine del Parco, perché ha portato al grande pubblico una visione del territorio che altrimenti mancherebbe, sia come area speleologica che come sito ambientale in generale”. Sperando in una prossima edizione, Costa ha concluso affermando di “non vedere l’ora di tornare a Casola per una nuova Speleopolis, sia per l’aspetto scientifico e organizzativo che per quello informale ed enogastronomico”.

 


Nuvole 2018, conclusa l'edizione record

l comune di Casola Valsenio (RA) ha accolto migliaia di speleologi, che si sono riuniti per condividere le loro conoscenze, la loro esperienza e le innovazioni internazionali

Casola Valsenio, 4 novembre 2018 – Si conclude oggi la XXV edizione del raduno internazionale di speleologia organizzato a Casola Valsenio dall’Associazione Speleopolis, riunito quest’anno sotto il nome di Nuvole. Bilancio più che positivo per l’edizione di quest’anno, che ha registrato numeri record – con circa 2500 speleologi registrati e 1200 casolani.ingresso

Il presidente del comitato organizzatore Stefano Olivucci si è detto “estremamente soddisfatto per l’edizione di quest’anno, tornata a Casola Valsenio, suo luogo di nascita, come è avvenuto ciclicamente fin dal 1993”, iniziando a parlare fin da subito con i rappresentanti del comune di Urzulei (NU) in Sardegna, candidato come sede dell’edizione 2019. “Terminare il raduno con questa chiacchierata amichevole è anche un modo per garantire la continuità del raduno, che ogni anno si sposta in una diversa città italiana, mantenendo intatte le proprie caratteristiche ma sposandole alle peculiarità dei luoghi”.

Come nuvole gli speleologi si sono riuniti a Speleopolis, e come nuvole torneranno a riunirsi per la prossima edizione, come auspicato nel titolo scelto per l’edizione di quest’anno – dedicata anche al compianto Giovanni Badino, grande speleologo, già presidente della Società Speleologica Italiana, membro dell'associazione La Venta, docente di fisica sperimentale a Torino e esploratore di fama mondiale, venuto a mancare l'anno scorso, il cui ricordo ha divertito e commosso una sala gremita nella serata di venerdì.

Il sabato conclusivo si è svolto con un programma fitto di eventi e di incontri, a cominciare dallo Speciale Cuba tenuto ai Vecchi Magazzini, in cui sono stati presentati i progetti di collaborazione tra speleologi cubani e italiani – risalenti addirittura al 1999. Le radici della loro collaborazione affondano fin nel cuore del ‘900 – nonostante tra le grandi difficoltà di comunicazione tra i due Paesi. L’incontro di sabato ha invitato a riallacciare i vecchi rapporti.

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Altra testimonianza di esplorazioni e ricerche scientifiche è stato lo Speciale Nuova Guinea, incentrato sulle bellezze dell’esplorazione di quest’isola gigantesca, percorsa da una mastodontica catena di montagne che arrivano a 5.000 metri, tagliata a metà da due stati, difficilissima da esplorare. Tra le varie presentazioni, Jean-Paul Sounier ha riassunto 40 anni di spedizioni speleologiche francesi (1978-2018), aggiungendo il proprio bagaglio personale di ben 13 spedizioni nel territorio.

Grande successo anche per l'incontro sui chirotteri, dove gli speleologi hanno incontrato i ricercatori del Gruppo Italiano Ricerca Chirotteri, con l'obbiettivo di rafforzare la collaborazione a difesa dei pipistrelli.

Nel pomeriggio c’è stato invece il convegno Sentinelle del Clima, in cui Luca Calzolari, direttore di Montagne360, ha parlato delle montagne e delle grotte considerandole sotto il punto di vista di avanguardie del cambiamento climatico. Hanno partecipato al dibattito Federico Grazzini, meteorologo di ARPAE Emilia-Romagna, e Renato Colucci, glaciologo del CNR e speleologo, che ha sottolineato come negli ultimi tempi il ghiaccio all’interno delle grotte abbia iniziato “a fondere allo stesso ritmo di quello esterno” – segno preoccupate dell’innaturale cambiamento climatico.

In seguito, lo stesso Calzolari e Massimo Goldoni, del comitato organizzatore di Nuvole, hanno condotto il convegno Geografi del Vuoto III, in cui si è riflettuto sui limiti della curiosità scientifica degli speleologi, una curiosità che deve essere consapevole, recintata dal rispetto dell’ambiente ipogeo, un ambiente fragile, delicato, i cui effetti arrivano fin sulla superficie terrestre – basti pensare al caso dell’approvvigionamento idrico. Sono intervenuti tra gli altri Carlo Alberto Pinelli, fondatore di Mountain Winderness, che ha insistito sul rispetto ambientale, Franco Farinelli, geografo, docente dell'Università di Bologna e grande amico della comunità speleologica, che per la terza volta in questi anni ha preso parte come ospite al raduno di Casola Valsenio.tanta gente

L’incontro conclusivo di Nuvole2018 è stato invece dedicato all’ECRA, la European Cave Rescue Association, il soccorso speleologico europeo che quest’anno ha deciso di svolgere la propria assemblea a Casola Valsenio – per incontrare il maggior numero possibile di speleologi provenienti da ogni nazione. L’incontro della sera è stato incentrato sul soccorso speleo subacqueo, in particolare su quello della grotta Tham Lang in Thailandia, cui ha partecipato anche Chris Jewell – uno degli speleologi inglesi che ha contribuito al salvataggio dei bambini.

Frequentatissime anche le escursioni nel corso delle giornate, con 16 uscite nelle grotte dei dintorni e 4 escursioni nei sentieri del Parco della Vena del Gesso Romagnola, che hanno visto partecipare 204 speleologi in grotta e 70 in escursione. Per la prima volta in 25 anni è stato registrato un lieve incidente, risolto senza difficoltà dal Soccorso Alpino e Speleologico dell'Emilia-Romagna.


L'operazione di soccorso dei bambini dispersi nella grotta in Thailandia protagonista a Nuvole2018

Ospite del raduno a Casola Valsenio Chris Jewell, membro del British Cave Rescue Council, uno degli speleosub protagonisti del salvataggio dei 12 bambini e del loro allenatore nella grotta di Tham Luang

Casola Valsenio, 3 novembre 2018 – La difficile operazione di soccorso nella grotta di Tham Luang in Thailandia è stata protagonista nella terza giornata di Nuvole2018, il raduno internazionale di speleologia in corso in questi giorni a Casola Valsenio (RA). A portare un'importante testimonianza è stato Chris Jewell, uno dei protagonisti del salvataggio dei 12 bambini e del loro allenatore dispersi. Lo speleosub inglese ha dialogato con Alberto Ubertino, vicepresidente di ECRA, la European Cave Rescue Association, una sorta di soccorso ecra
speleologico internazionale, di cui fa parte anche Jewell stesso.

jewell

“Sono stato allertato con il mio collega speleosub Jason Mallinson – ha raccontato Jewell – e, quando i ragazzi sono stati individuati, sono partito insieme ai colleghi Rick Stanton e John Volanthen. Eravamo incaricati di portare i bambini fuori dalla grotta allagata, avendo a disposizione tre giorni per portare a termine l’operazione”. “Il team di cui faccio parte – ha precisato Jewell – è stato solo la punta di una ben più ampia operazione internazionale, che ha visto lavorare insieme speleologi di diverse nazionalità, riunitisi per la buona riuscita della missione”. Jewell ha poi ricordato l’importanza della cooperazione tra specialisti, definendo “un vero privilegio l'essere stato invitato in Italia per partecipare a questo meeting internazionale”, riuscendo quindi a cogliere “l’opportunità di parlare con altri speleologi e speleosub provenienti da tutta Europa. È importante per tutti condividere la lezione che abbiamo imparato in Thailandia, affinché tutti i colleghi possano trarre beneficio dalla nostra esperienza”.

Tornando sui momenti topici della straordinaria operazione di salvataggio, Jewell ha raccontato di aver percepito “un’incredibile pressione”. La situazione in cui si trovava era infatti senza precedenti: “nessuno era mai stato bloccato in una grotta con quella conformazione e in condizioni come quelle – ha sottolineato Jewell – e le stesse tecniche di estrazione che abbiamo utilizzato erano del tutto inedite, mai provate prima. Tutti i media del mondo avevano i riflettori puntati su quanto stava accadendo in Thailandia, tutti stavano seguendo l’evolversi della storia”. L’unico modo che avevano i soccorritori per rimanere concentrati sul proprio compito era quello di “non pensare a ogni altra operazione in corso, stando lontano dai media e dall’emozione generale per raggiungere l’obiettivo finale: riportare i ragazzi a casa”.  


Nuvole 2018 – La seconda giornata, dalla candidatura all'Unesco alla valorizzazione delle grotte

Scienziati, parchi, guide e turisti: le collaborazioni sono state al centro della seconda giornata a Speleopolis

Casola Valsenio, 2 novembre 2018 – Prosegue con grande affluenza il raduno internazionale di speleologia Nuvole, organizzato a Casola Valsenio dall’Associazione Speleopolis, arrivato alla seconda giornata di incontri e iniziative, dopo che la serata di ieri si era conclusa con il Proyecto Bellamar a cura di A. Danieli, un innovativo progetto di rivalutazione di una grotta in Messico attraverso la riproduzione in 3D – evento capace di attirare tanti appassionati.

Il venerdì è iniziato con la presentazione della candidatura dei parchi carsici dell’Emilia-Romagna al World Heritage UNESCO – un progetto speleologico e ambientale, dalla valenza territoriale, che parte da lontano e che solo in questo periodo sta avvicinandosi all’iter conclusivo. Paolo Forti, dell’Istituto Italiano di Speleologia, è intervenuto per spiegare come il fenomeno del carsismo dei gessi in questa regione sia unico per l’ambiente internazionale, con la formazione di concrezioni rare e la conservazione di organismi altrove inesistenti. “In Italia – ha ricordato Forti – abbiamo il più alto numero di siti appartenenti al World Heritage UNESCO: per questo motivo, ciò che vogliamo presentare deve essere unico al mondo”. È intervenuta anche l’Onorevole Patrizia Terzoni, sottolineando come l’ostacolo dei criteri stringenti dell’UNESCO possa essere superato solo da una concertazione di forze locali e istituzionali. Dello stesso avviso è stata anche l’Assessore regionale all’ambiente Paola Gazzolo, che ha concluso ricordando che questa proposta è “una candidatura importante per la regione intera, come dimostrato dal fatto che per la prima volta l’Emilia-Romagna stessa ha deciso di farsi soggetto proponente, garantendo autorevolezza”.forti unesco

Un’altra avventura partita da lontano è stata anche quella presentata in Sala Guidani, con uno Speciale Albania che ha raccolto le testimonianze, i bilanci e le prospettive di trent’anni di lavoro internazionale nello splendido mondo ipogeo albanese, ancora misterioso. “Ogni volta che ci addentriamo in una grotta”, ha raccontato Katia Poletti, del Gruppo Speleologico Faentino, “i locali ci chiedono se abbiamo trovato l’oro leggendario”. “L’Anabasi sotterranea” è stato un resoconto appassionante di avventure, ricerche scientifiche ed eccitanti scoperte, tra un finestrone di roccia scovato soltanto dai droni e l’esplorazione di grotte che “respirano”. In Albania la comunità speleologica internazionale ha stretto un rapporto fortissimo con la popolazione locale, che solo in questi ultimi anni sta affacciandosi sul mondo sotterraneo.

Il rapporto tra grotte speleologiche e grotte turistiche è stato sviscerato dal workshop tenuto ai Vecchi Magazzini nel pomeriggio, presentato dal professor Jo De Waele e approfondito da molti autorevoli interventi, tutti basati sulla proficua collaborazione tra speleologi e “sempliciguide delle grotte turistiche che sta andando avanti da qualche anno. “Non si può tutelare una grotta turistica senza la conoscenza della grotta stessa”, ha sintetizzato efficacemente Francesco D’Orilia, presidente dell’Associazione Grotte Turistiche Italiane. A differenza di quanto potrebbe sembrare, l’educazione delle guide ha un effetto di mutuo beneficio: trasformare una grotta selvaggia in patrimonio turistico può servire a proteggerla dai vandalismi e dall’incuria.

L’ultimo intervento del pomeriggio, tenuto ancora una volta presso i Vecchi Magazzini, è stato organizzato da Massimiliano Costa, direttore del Parco Vena del Gesso Romagnola, per parlare del rapporto tra istituzioni e speleologia organizzata. Costa ha condotto i vari ospiti alla presentazione di alcune esperienze specifiche svolte all’interno di aree protette a valenza carso-speleologica. L'obbiettivo è quello di portare gli speleologi a monitorare e fare interventi all'interno delle grotte comprese nei confini dei parchi, in un'ottica di conservazione.