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Cave Science Pills

Due pillole a settimana per osservare, raccontare e
documentare gli ambienti carsici in modo consapevole

Dall'11 febbraio 2021 il giovedì alle ore 21:00

Ph. Grotta Guernica, Sandro Sedran, S-Team.

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MERCOLEDI' 16 GIUGNO ORE 21:00

Introduce il Prof.ssa Maddalena Del Gallo

Dott.ssa Ilaria Vaccarelli

Cave Microbial Survey: speleologi a supporto della microbiologia ipogea

Dott. Lorenza Rugnini

Finché c'è luce, c'è vita: biofilm a cianobatteri in ambiente ipogeo?

 

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Il Ciclo “Cave Science Pills” è una serie di piccole lezioni di grotta online, inquadrate nell’ambito dell’Anno Internazionale delle Grotte e del Carsismo 
http://iyck2021.org/

Dall'11 febbraio 2021

Un appuntamento fisso,
ogni giovedì sera
dalle 21:00 alle 22:00

Il ciclo "Cave Science Pills"

Organizzata da Associazione Grotte Turistiche Italiane, Società Speleologica Italiana, Associazione Speleopolis, con il patrocinio dell'Unione Internazionale di Speleologia, del Club Alpino Italiano e dell'International Show Caves Association.

Le lezioni si terranno tutti i Giovedì sera tra le 21:00 e le 22:00, a partire dall'11 Febbraio 2021 e sono aperte a chiunque sia interessato (speleologi, guide delle grotte turistiche, semplici appassionati). 

Le "pillole di scienza" saranno tenute da giovani, ricercatori e speleologi, su argomenti di ricerca in ambito scientifico-speleologico nelle grotte italiane e complessivamente tratteranno una notevole varietà di materie.

Le puntate

Ogni serata verrà introdotta da un esperto in materia e saranno proposte due presentazioni.

Ad una pillola di 20 minuti segue uno spazio di 10 minuti per rispondere ad alcune domande scelte dai commenti provenienti delle varie piattaforme connesse.

Una occasione straordinaria

Ogni puntata è costituita da due piccole lezioni tenute da giovani, ricercatori e speleologi, su argomenti di ricerca in ambito scientifico-speleologico nelle grotte italiane, con una notevole varietà di materie trattate. 

Le presentazioni avranno un linguaggio molto semplice e chiaro, didattico e divulgativo, poiché sono rivolte ad un vasto pubblico verosimilmente curioso o anche professionalmente interessato, come può essere per le guide di grotte turistiche.

La serie di “pillole di scienza di grotta” è una grande opportunità per presentare la ricchezza degli ambienti ipogei e le grotte come luoghi di ricerca. È anche una grande occasione per gli speleologi e per le guide turistiche che possono conoscere meglio le grotte, imparare ad osservarle, per poi raccontarle e documentare in modo più efficace, rispettoso e consapevole.

Un archivio didattico aperto

Le "pillole di scienza" verranno registrate e pubblicate  online su di uno specifico canale  “Cave Science Pills” e formeranno un archivio didattico, aperto e a disposizione di tutti, che potrà arricchirsi nel tempo di nuovi contenuti.

Cave Science Pills YouTube Channel

You Tube Channel

Cave Science Pills

un archivio didattico, aperto e a disposizione di tutti.

Cave Science Pills

Scarica e divulga la locandina

Contribuisci a far conoscere le Pillole di Scienza.
Scarica e distribuisci la locandina al tuo gruppo, ai tuoi colleghi, agli amici speleo, agli allievi del corso, a chi è curioso di sapere qualcosa di più degli ambienti ipogei

IL PROGRAMMA

Giovedì 11 Febbraio 2021, 21:00-22:00

Vincenzo Spagnolo
Neanderthal in Puglia. Alla scoperta delle memorie custodite dalle grotte.

Andrea Columbu
Com'era il clima in Sud Italia durante la scomparsa dei Neanderthal? Ce lo dicono le stalagmiti


Giovedì 18 Febbraio 2021, 21:00-22:00

Ilenia M. D’Angeli
Il carsismo sulfureo della Calabria: come riconoscerlo e studiarlo

Luca Pisani
Il flusso dei fluidi nel sottosuolo del Massiccio della Majella: dalle fratture alle grotte sulfuree.


Giovedì 25 Febbraio 2021, 21:00-22:00

Elena Piano
Condizioni ambientali per la crescita di lampenflora in grotte turistiche.

Rosangela Addesso
La malattia verde delle grotte turistiche: come possiamo evitarla e controllarla. Esempi dal Lazio e da Pertosa-Auletta.


Giovedì 4 Marzo 2021, 21:00-22:00

Simona Cafaro
I Monti Alburni: dal Pliocene a Oggi.

Claudio Pastore
Una montagna e le sue acque: Alburni (Campania)


Giovedì 11 Marzo 2021, 21:00-22:00

Stefano Fabbri
Telerilevamento sottoterra: luce laser e grotte, una combinazione perfetta.

Tommaso Santagata
Monitoraggio delle grotte di ghiaccio attraverso LIDAR e fotogrammetria.


Giovedì 18 Marzo 2021, 21:00-22:00

Matteo Romandini
Neanderthal, orsi e grotte: evidenze di interazione da prove zooarcheologiche nel sud Europa. I casi dei siti di Fumane e Rio Secco (Italia).

Lisa Carrera
Uccelli fossili nelle grotte del Nord-Est Italia: implicazioni paleoambientali e paleoclimatiche.


Giovedì 25 Marzo 2021, 21:00-22:00

Valeria Vaccher
Le grotte semisommerse del Mediterraneo: tra censimento, evoluzione morfologica e tutela

Giuseppe Matteo Riolo
La Grotta di Carburangeli: un esempio di flank margin cave (Sicilia)


Giovedì 1 Aprile 2021, 21:00-22:00

Pietro Valenti
Antropologia in grotta, il sito preistorico di Zubbio di Cozzo San Pietro.

Lucia Castagna
Grotta Loubens (Parco dei Gessi Bolognesi): ricostruire il passato con il solo cranio di una donna (Emilia Romagna).


Giovedì 8 Aprile 2021, 21:00-22:00

Simone Bernardini
Le croste nere sono tutte di manganese? Il caso della Grotte del Cervo (Abruzzo).

Alessia Nannoni
L’impatto della marmettola in grotta: il caso del Corchia (Toscana)


Giovedì 15 Aprile 2021, 21:00-22:00

Francesco Boschin
Il Carso Triestino nella preistoria: uomini e grotte.

Jacopo Crezzini
Neanderthal e Sapiens nelle grotte del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.


Giovedì 22 Aprile 2021, 21:00-22:00

Giuseppe Nicolosi
Turisti in grotta e artropodi sotterranei: una convivenza possibile?

Enrico Lunghi
L’effetto dello speleo-turismo sui geotritoni


Giovedì 29 Aprile 2021, 21:00-22:00

Michele Onorato
Sistemi anchialini: l'incontro delle acque nel sottosuolo (Zinzulusa, Puglia)

Leonardo Ancillotto
I pipistrelli nelle grotte: una guida alla convivenza.


Giovedì 6 Maggio 2021, 21:00-22:00

Pietro Gutgesell
Il carsismo nei calcari paleozoici: l'area carsica di Timau.

Alice Busetti
Il carsismo nei gessi del Friuli Venezia Giulia: il rischio connesso ad un processo in rapida evoluzione.


Giovedì 13 Maggio 2021, 21:00-22:00

Valentina Balestra
Monitoraggio Ambientale in cavità naturali: finalità e strumentazioni.

Daniela Cinus
Implicazioni ambientali delle grotte turistiche: dagli indicatori microclimatici agli impatti ambientali


Giovedì 20 Maggio 2021, 21:00-22:00

Stefano Marighetti
Dove vanno le acque dell’Altopiano di Asiago? (Veneto)

Isabella Serena Liso
Indagini idrogeologiche nelle grotte attive in Puglia.


Mercoledì 26 Maggio 2021, 21:00-22:00

Veronica Chiarini
Gestione e monitoraggio delle grotte turistiche: esperienze con Adriaticaves (Emilia Romagna)

Veronica Nanni
Human dimension e grotte turistiche


Giovedì 3 Giugno 2021, 21:00-22:00

Guido Leone
la circolazione idrica sotterranea negli acquiferi carsici nell'Appennino.

Vittorio Catani
vulnerabilità delle risorse idriche sotterranee in ambiente carsico.


Giovedì 10 Giugno 2021, 21:00-22:00

Lisa Foschi
Il mondo microbiologico dei moonmilk (latte di monte): la Grotta Nera (Abruzzo).

Federico Biagioli
La contaminazione del microbiota nelle grotte turistiche, implicazioni gestionali e possibili impieghi come bioindicatori.


Mercoledì 16 Giugno 2021, 21:00-22:00

Ilaria Vaccarelli
Cave Microbial Survey: speleologi a supporto della microbiologia ipogea

Lorenza Rugnini
Finchè c'è luce, c'è vita: biofilm a cianobatteri in ambiente ipogeo.

Note sul programma

Il programma, nel corso delle serate, può subire qualche variazione o integrazione. Cercheremo di comunicarla tempestivamente ma non mancate di verificare su questa pagina eventuali modifiche.

Per i gruppi speleo

Il giovedì è serata di gruppo? Non preoccupatevi, lo streaming funziona benissimo anche dai pc presenti nelle vostre sedi e potrete seguire le puntate tutti assieme, commentare, discutere e ripensare gli argomenti.

(raccomandiamo mascherina e distanza!)

Le pillole di scienza di grotta

Giovedì 11 febbraio 2021 dalle ore 21:00 alle ore 22:00

Introduce il Prof. Stefano Benazzi

Com'era il clima in Sud Italia durante la scomparsa dei Neanderthal?
Ce lo dicono le stalagmiti.

L'intervento è diviso in due parti. La prima spiega come le stalagmiti registrino informazioni sul clima del passato. La seconda propone la ricostruzione del paleoclima in sud Italia durante una particolare fase dell'ultima era glaciale, periodo che ha visto la scomparsa dei Neanderthal in concomitanza con l'espansione dei "nuovi arrivati" Sapiens.

Dott. Andrea Columbu
Dott. Andrea ColumbuAssegnista di ricerca presso Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali, Università di Bologna Alma Mater.
Sono un quasi giovane (classe 1987) geologo sardo che, dopo la laurea a Bologna, ha ottenuto il dottorato in Australia (Università di Melbourne). Al momento mi trovo di nuovo a Bologna, come assegnista di ricerca; ho avuto varie esperienze all’estero per ricerca, per esempio in Austria, Regno Unito, Cina, Spagna e Bosnia. Non sono un estremista speleologo, ma frequento spesso le grotte per ragioni scientifiche. Questo da quando ho capito come le grotte, e ciò che vi si trova dentro, possano aiutare a ricostruire determinati eventi geologici e ambientali succedutisi nel tempo. Nello specifico mi occupo di ricostruire il clima del passato tramite la composizione geochimica delle stalagmiti, e di comprendere come le variazioni del paleo-clima abbiano influito sulla genesi delle grotte e sull’evoluzione geologica superficiale dell’area sotto esame.

Neanderthal in Puglia. Alla scoperta delle memorie custodite dalle grotte.

Nel corso di questo intervento esploreremo alcuni aspetti della vita dei Neandertaliani pugliesi: cosa ci dicono di loro le tracce che ci hanno lasciato? Per far ciò, partiremo da uno scavo specifico, per affrontare la prima parte del mio intervento: metodi di scavo preistorico e di ricerca. Fatto ciò scopriremo alcuni dei risultati portati alla luce delle recenti ricerche in alcuni siti-chiave della Puglia, con un focus particolare sulle potenzialità dell'Archeologia spaziale.

Dott. Vincenzo Spagnolo
Dott. Vincenzo SpagnoloPostdoc presso l'Unità di Ricerca di Preistoria e Antropologia, Dipartimento Scienze Fisiche, della Terra e dell'Ambiente, Università degli Studi di Siena.
Sono nato nel 1985, uno dei ricordi più vecchi che riesco a far riemergere dalla mia memoria (forse di poco successivo alla piena conquista dell’andatura bipede) è la grande passione per il Passato profondo dell'Umanità. Mi sono specializzato in “Archeologia dello Spazio”: niente a che fare con gli alieni (immaginando la perplessità dei “profani” di fronte a questa strana specializzazione). Attraverso le mie ricerche (e con una certa dose di interdisciplinarietà e statistica), cerco di ricostruire come l'Uomo del passato organizzava e gestiva i propri luoghi di vita e come si interfacciava con il territorio circostante.
Dott. Vincenzo Spagnolo
Dott. Vincenzo SpagnoloPostdoc persso l'Unità di Ricerca di Preistoria e Antropologia, Dipartimento Scienze Fisiche, della Terra e dell'Ambiente, Università degli Studi di Siena.
Sono nato nel 1985, uno dei ricordi più vecchi che riesco a far riemergere dalla mia memoria (forse di poco successivo alla piena conquista dell’andatura bipede) è la grande passione per il Passato profondo dell'Umanità. Mi sono specializzato in “Archeologia dello Spazio”: niente a che fare con gli alieni (immaginando la perplessità dei “profani” di fronte a questa strana specializzazione). Attraverso le mie ricerche (e con una certa dose di interdisciplinarietà e statistica), cerco di ricostruire come l'Uomo del passato organizzava e gestiva i propri luoghi di vita e come si interfacciava con il territorio circostante.

Giovedì 18 febbraio 2021 dalle ore 21:00 alle ore 22:00

Introduce il Prof. Leonardo Piccini

Il carsismo sulfureo della Calabria: come riconoscerlo e studiarlo

Verranno presentati i principali meccanismi di formazione delle grotte sulfuree contestualizzandole nella realtà calabrese, dove recentemente numerose grotte sono state classificate come ipogeniche sulfuree.

Dott.ssa Ilenia D'Angeli
Dott.ssa Ilenia D'AngeliAssegnista di Ricerca presso il Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali. Università degli Studi di Bari Aldo Moro. GSB-USB.
Sono una geologa appassionata del mondo delle grotte e della speleologia dal 2009, quando all’interno del “Museo dell’uomo di Altamura”, ho visto la foto 3D del famoso Neanderthal e sentito la frase “…solo gli speleologi possono vederlo dal vivo…”…e aspetto ancora con insistenza il momento giusto per vederlo dal vivo, ma in Grotta! Da quel momento ho cercato di capire se la speleologia fosse veramente la galleria giusta. Ho iniziato a muovere i primi passi in grotta seguendo il corso di primo livello del GSB-USB, e poi subito ho fatto in modo che l’interesse all’attività divenisse anche scientifico. Durante il percorso di studi universitario ho imparato ad osservare le grotte, per cercare di comprendere come si formano. Ho partecipato a varie spedizioni internazionali visitando grotte a Cuba, USA, Filippine, Brasile, ed Europa. Sono rimasta ammirata dal rispetto con cui le altre popolazioni trattano gli ambienti di grotta, imbastendo sentieri e percorsi per evitare di distruggere la bellezza che la natura ha creato.

Il flusso dei fluidi nel sottosuolo del Massiccio della Majella: dalle fratture alle grotte sulfuree.

In questo intervento illustrerò come e perché fluidi provenienti da oltre 2 km di profondità nella crosta terrestre possano migrare verso la superficie e formare sistemi carsici peculiari, come quello del Cavallone-Bove nel massiccio della Majella (Abruzzo).

Dott. Luca Pisani
Dott. Luca PisaniDottorato di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali, Università di Bologna. GSB-USB Bologna
Ho iniziato ad interessarmi di speleologia nel 2015 con il GSB-USB di Bologna. Potrei quindi essere definito un “novellino” nonostante questa attività abbia ormai catturato completamente i miei sogni e la mia curiosità (oltre che i miei fine settimana). Oltre all’attività speleologica nel crudo e puro senso di esplorazione e documentazione geografica, mi interesso anche di scienza, nello specifico i rapporti tra stratigrafia, deformazione in rocce carbonatiche e speleogenesi. Ho conseguito la laurea magistrale a Bologna nel 2018 con una tesi sulle grotte nel sale del Deserto di Atacama (Cile). Sto attualmente lavorando su grotte in Italia centrale (Abruzzo) e nel nordest del Brasile (Bahia), con particolare riguardo alla ricostruzione dei percorsi di migrazione di fluidi aggressivi profondi, e conseguente formazione di sistemi carsici ipogenici.

Giovedì 25 febbraio 2021 dalle ore 21:00 alle ore 22:00

Introduce il Dott. Francescantonio D’Orilia

Condizioni ambientali per la crescita di lampenflora in grotte turistiche

Nel corso di quest’intervento presenterò i principali fattori ambientali che condizionano la crescita della lampenflora nelle grotte turistiche, utilizzando i dati raccolti in 4 grotte del Nordovest italiano. In particolare, mostrerò come i fattori ambientali influenzino in modo differente la crescita dei tre gruppi di microorganismi che principalmente compongono la lampenflora, ovvero diatomee, cianobatteri e alghe verdi.

Dott.ssa Elena Piano
Dott.ssa Elena PianoAssegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi, Università degli Studi di Torino.
Sono un’ecologa a tutto tondo, dato che nei 10 anni di ricerca che ho alle spalle mi sono spostata dalle grotte più profonde ai fiumi alpini, passando attraverso le città. Sono ora tornata in grotta ‘per turismo’: collaboro infatti con il Prof. Marco Isaia nell’ambito del progetto PRIN SHOWCAVE dedicato specificatamente allo studio degli impatti del turismo nelle grotte aperte al pubblico. Utilizzando un approccio interdisciplinare, il team di lavoro sta cercando di scoprire quali sono le principali minacce a cui sono esposte le grotte turistiche italiane per fornire linee guida volte alla loro conservazione.

La malattia verde delle grotte turistiche: come possiamo evitarla e controllarla. Esempi dal Lazio e da Pertosa-Auletta

Illustreremo i diversi impatti messi in atto sulle superfici dalla lampenflora e i possibili metodi di trattamento, sinora conosciuti, per controllarne la crescita.

Dott.ssa Rosangela Addesso
Dott.ssa Rosangela AddessoDottoranda di ricerca presso il Dipartimento di Chimica e Biologia “Adolfo Zambelli”, Università degli Studi di Salerno. Gruppo Speleo Melandro (GSM).
Sono una scienziata ambientale e speleologa. La mia storia in grotta ha avuto inizio con la tesi magistrale sulle vermicolazioni di grotta. Premetto che, amando gli spazi aperti, il bosco e la montagna, mai avrei pensato di calarmi in un pozzo o comunque in uno spazio chiuso e sotterraneo. La ricerca mi ha portato a scoprire questo straordinario mondo nascosto, e mi sono sentita una privilegiata a poter osservare e studiare un ecosistema così affascinante e ancora poco conosciuto, ad allo stesso tempo così fragile. Sono così entrata a far parte del Gruppo Speleo Melandro, e ho iniziato una collaborazione con la Fondazione MIdA, per attività laboratoriali ed esperienziali di divulgazione ambientale e come comunicatore scientifico presso il Museo del Suolo e il geosito delle Grotte di Pertosa-Auletta. Attualmente, sto svolgendo un dottorato di ricerca, presso l’Università degli Studi di Salerno, con un progetto in ecologia applicata sul monitoraggio ambientale ipogeo e sulla gestione sostenibile del turismo speleologico.

Giovedì 4 marzo 2021 dalle ore 21:00 alle ore 22:00

Introduce il Prof.Bartolomeo Vigna

I Monti Alburni: dal Pliocene ad oggi

La storia evolutiva di un massiccio montuoso può essere dedotta attraverso diversi aspetti. La presenza di forme carsiche (epigee ed ipogee) può aiutare a ricostruire le varie tappe che hanno portato all’attuale configurazione morfologica di un rilievo. L’altopiano degli Alburni con la presenza di superfici piane modellate in maniera differente e con un carsismo profondo importante ci ha permesso di ricostruire in parte la sua storia carsica dal Pliocene ad oggi.

Dott.ssa Simona Cafaro
Dott.ssa Simona CafaroConsulente scientifico della Fondazione MiDA- Musei Integrati dell’Ambiente.
Mi sono appassionata alla speleologia grazie ad un ricercatore e speleologo che mi ha introdotto in questo campo dal punto di vista scientifico (ero all’epoca una piccola ragazza sprovveduta che studiava Scienze della Terra all’Università degli Studi della Basilicata...diciamo che non è cambiato molto, sono rimasta sia sprovveduta che “piccola”!). Un bel imprinting che mi ha condotto nel gruppo speleologico GSA Vallo di Diano, che mi ha cresciuta e incoraggiata in diverse attività di ricerca. Da quando sono entrata nel mondo sotterraneo ho cercato di improntare i miei studi sulla morfogenesi ed evoluzione dei massicci carsici, cercando di collegare ciò che è accaduto in superficie con quello che sta nel sottosuolo, e se è possibile dare una cronologia agli eventi.

Una montagna e le sue acque: Alburni (Campania)

Vi racconterò quali sono i percorsi sotterranei che le acque seguono per poi sgorgare alle pendici dei Monti Alburni. Parleremo della funzione che hanno le grotte che si aprono sull’altopiano, dove queste acque vengono raccolte e inghiottite all’interno della montagna e del fiume sotterraneo che l’attraversa, per poi confluire alle varie sorgenti.

Dott. Claudio Pastore
Dott. Claudio PastoreDottorando di ricerca presso l'Istituto Svizzero di Speleologia e Carsismo (ISSKA). Università di Neuchâtel. Consigliere nel direttivo della Società Speleologica Italiana. GS Martinese.
Sono un giovane (1990) speleologo e geologo Pugliese, che ha iniziato l’attività speleologica nel 2006 all’età di 16 anni. Non sapevo che quella scelta mi avrebbe cambiato radicalmente la vita, dedicando sempre più tempo all’esplorazione e studio del mondo carsico. Dopo una triennale all’Università di Parma, mi sono trasferito a Bologna dove ho svolto la mia tesi di laurea magistrale su una tematica che mi sta molto a cuore, l’idrogeologia dei Monti Alburni, la mia casa natale speleologica. I miei interessi scientifici ora si sono spostati verso la climatologia sotterranea e l’interazione termica tra aria, acqua e rocce carsiche (che sono attraversate da questi due fluidi), nell’ambito di un dottorato di ricerca presso l’Istituto Svizzero di Speleologia e Carsismo, sotto l’egida dell’Università di Neuchâtel, portando avanti il progetto Thermokarst.

Giovedì 11 marzo 2021 dalle ore 21:00 alle ore 22:00

Introduce il Prof. Francesco Sauro

Telerilevamento sottoterra: luce laser e grotte, una combinazione perfetta.

Il seminario sarà un’occasione per mostrare le principali caratteristiche della tecnologia L.A.S.E.R. ed i principali risultati scientifici ottenuti grazie all’utilizzo di tale tecnologia in grotte diverse sia per costituzione, che per genesi: geomorfologia 3D dai Gessi Romagnoli ai Monti Lessini.

Dott. Stefano Fabbri
Dott. Stefano FabbriDipartimento di Fisica e Scienze della Terra, Università di Ferrara. Posizione Attuale: Assegnista di ricerca CoStUF (Coastal Study Unit Ferrara) – Docente esterno di “Applicazioni dei GIS e del telerilevamento alla cartografia territoriale”
Laureato in scienze Naturali, con una tesi sull’ecologia fluviale, ho avuto l’occasione di conseguire un Dottorato di Ricerca in Geologia presso l’Università di Bologna (e, in parte, la Flinders University di Adelaide, Australia), specializzandomi in sistemi di Telerilevamento, specialmente Laser Scanner e Droni, applicati alla geomorfologia soprattutto dei sistemi costieri. Insomma, ho studiato di tutto tranne le grotte!...ma proprio durante il periodo di dottorato ho conosciuto il Prof. De Waele e la sua banda, che mi hanno convinto a portare e testare i miei strumenti in grotta. Da allora abbiamo avuto diverse fruttuose collaborazioni, che mi hanno portato ad esplorare (il meno possibile!) e rilevare diversi tipi di grotte, dai gessi romagnoli fino al deserto di sale di Atacama (Cile). Personalmente questi ambienti mi incutono tanto riverenza quanto interesse, non solo da un punto di vista geomorfologico o delle dinamiche naturali che li creano, ma anche nel loro fascino intrinseco e nella sfida mentale che sta dietro l’entrarci dentro.

Monitoraggio delle grotte di ghiaccio attraverso LIDAR e fotogrammetria

Nel corso di questo intervento parleremo delle tecnologie per il rilievo tridimensionale applicate allo studio di depositi glaciali in grotta prendendo come esempio il progetto di monitoraggio dell’Abisso Cenote, una delle grotte più profonde e con il più imponente glacionevaio interno delle Dolomiti ad oggi conosciuto (oltre mezzo milione di metri cubi di volume).

Geom. Tommaso Santagata
Geom. Tommaso SantagataVigea srl ; La Venta Esplorazioni Geografiche; Gruppo Speleologico CAI di Carpi Posizione Attuale: Geometra; Amministratore presso Vigea srl
Sono sempre stato appassionato dello studio e della rappresentazione del territorio oltre ad un particolare interesse per le nuove tecnologie. Per qualche anno ho studiato scienze geologiche e grazie a questo sono venuto a conoscenza della speleologia. Il fascino dell’esplorazione in mondi ignoti mi ha stregato da subito ma un po' alla volta ho trovato ancora più interessante cimentarmi nel rilievo tridimensionale di ambienti così complessi come le grotte, un modo per approfondire anche il mio ambito lavorativo ed unire le mie passioni. Nel 2014 ho partecipato alla mia prima spedizione all’estero (Messico), cui sono seguiti tanti altri progetti in giro per il mondo, dai ghiacciai della Patagonia e dell’Islanda alle grotte più antiche del mondo nascoste tra i Tepui del Venezuela, nei deserti di sale di Iran e Atacama, nei lava tube delle isole Galapagos, tra le Alpi albanesi, nelle Filippine, spesso con l’obiettivo di realizzare rilievi e documentazione in 3D o per testare nuove tecnologie. La speleologia mi sta regalando la possibilità di vivere queste esperienze incredibili mentre cerco ancora di capire come studiare e rappresentare al meglio il mondo delle grotte attraverso il rilievo tridimensionale. Per questo spero di arrivare a capirci qualcosa il più tardi possibile!!

Giovedì 18 marzo 2021 dalle ore 21:00 alle ore 22:00

Introduce la Dott.ssa Ivana Fiore

Neanderthal, orsi e grotte: evidenze di interazione da prove zooarcheologiche nel sud Europa. I casi dei siti di Fumane e Rio Secco (Italia).

Questo seminario illustra come fin dal Paleolitico esseri umani e orsi hanno condiviso grotte in buona parte d’Europa, come dimostrano le tante ossa scoperte in associazione a manufatti litici. Alcuni ritrovamenti in particolare, tra cui quelli di due grotte del Nord-Est Italia, mostrano che decine di migliaia di anni fa gli uomini di Neanderthal, poco prima della loro scomparsa dal nostro territorio, ebbero degli “incontri ravvicinati conflittuali” con i grandi plantigradi, nei quali i secondi sembrano aver avuto la peggio.

Dott. Matteo Romandini
Dott. Matteo RomandiniDipartimento di Beni Culturali, Università di Bologna Alma Mater. Posizione Attuale: Assegnista di ricerca
Sono un “giovane-adulto” (classe 1979) archeozoologo e tafonomo, impegnato da ormai più di un decennio nello studio delle archeofaune. Mi sono dottorato all’Università di Ferrara dove ho svolto 10 anni di postdoc. Attualmente sono Assegnista del progetto ERC “SUCCESS”, coordinato da Prof. Stefano Benazzi. Dal 2013 mi occupo della direzione del Museo della Grotta di Pradis (Clauzetto – PN). Ho avuto il piacere di indagare numerose grotte e ripari in tutta Italia. Nello specifico mi occupo, come in una “scena del crimine”, di investigare i resti scheletrici presenti in un determinato contesto archeologico, identifico eventuali “vittime” e “colpevoli” tra gli animali o gli uomini e ove possibile, il “movente”. Ricostruisco inoltre eventuali scenari ambientali del passato a partire dalla determinazione degli stessi resti ossei.

Uccelli fossili nelle grotte del Nord-Est Italia: implicazioni paleoambientali e paleoclimatiche

Con l’intervento di questa sera illustrerò come si svolge lo studio dell’avifauna fossile da depositi di grotta pleistocenici e quali informazioni può fornire. Nel dettaglio, descriverò le specie rinvenute in due grotte del nord-Est Italia e le importanti indicazioni paleoambientali e paleoclimatiche che esse hanno fornito.

Dott.ssa Lisa Carrera
Dott.ssa Lisa CarreraDipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali. Università di Bologna. Posizione Attuale: Dottorato di ricerca
Fin da bambina ho manifestato una forte propensione per le materie naturalistiche, soprattutto Ornitologia e Paleontologia. Queste passioni mi hanno portato a conseguire la laurea triennale in Scienze Naturali e in seguito la laurea Magistrale in Quaternario, Preistoria e Archeologia presso l’Università di Ferrara. Negli anni dell’Università ho svolto numerose attività sul campo in ambito ornitologico ed archeologico/paleontologico, costruendomi un buon bagaglio di esperienze. Con la tesi magistrale sono riuscita a coniugare le mie principali passioni, iniziando ad occuparmi dello studio dell’avifauna fossile. Oggi mi occupo principalmente dello studio degli adattamenti degli uccelli alle oscillazioni climatiche del passato, ma studio anche i resti fossili degli uccelli per ricostruire le interazioni tra uomini ed uccelli nella Preistoria.

Giovedì 25 marzo 2021 dalle ore 21:00 alle ore 22:00

Introduce il Prof. Stefano Furlani

Le grotte semisommerse del Mediterraneo: tra censimento, evoluzione morfologica e tutela.

Questa presentazione illustrerà il significato di grotte marine e gli obiettivi del progetto “Geoswim”, che comprende il censimento delle coste rocciose e le grotte costiere, iniziato nel 2012. Si fornirà una breve descrizione dei dati raccolti e delle scoperte fatte durante le campagne di rilevamento, fino alla dimostrazione di come una grande quantità di immagini time-lapse scattate lungo la costa possano portare allo sviluppo di complessi modelli tridimensionali delle coste rocciose, e con qualche cavillo in più, anche delle grotte marine semisommerse.

Dott.ssa Valeria Vaccher
Dott.ssa Valeria VaccherDipartimento di Matematica e Geoscienze, Università degli studi di Trieste, Italia. Posizione Attuale: PhD in Scienze della Terra, Matematica e Fluidodinamica.
Sono una giovane e intraprendente geologa di 27 anni, appena compiuti, e vivo a Trieste, dove mi sono laureata nel 2019 e dove sto svolgendo il dottorato di ricerca in Scienze della Terra, Matematica e Fluido Dinamica. Negli ultimi 7 anni, prima di questo annoso lockdown, ho avuto la fortuna di poter visitare e studiare le coste italiane della Sardegna, Sicilia, Toscana, Trieste, Slovenia, Croazia e Grecia. Uso la fotogrammetria “Structure from Motion” applicata ad immagini time-lapse per la riproduzione di modelli tridimensionali della zona rocciosa costiera sul livello del mare o intertidale. I modelli sono necessari per gli studi morfometrici, geomorfologici, biologici e per lo studio delle variazioni del livello del mare, tutti settori della scienza che oggi ricoprono un ruolo fondamentale nell’ambito della salvaguardia costiera, prevedendo l’evoluzione della costa sia in chiave ambientale che umana.

La Grotta di Carburangeli: un esempio di flank margin cave (Sicilia).

Dopo una breve descrizione dei principali processi responsabili della formazione delle grotte marine, mi soffermerò sulla Grotta di Carburangeli, una piccola cavità nei pressi di Palermo, che per le sue valenze speleologiche, biologiche e paleontologiche dal 1995 viene tutelata come Riserva Naturale. Descriverò le caratteristiche morfologiche della grotta e le indagini condotte che mi hanno permesso di identificarla come una grotta da miscela tra acque dolci e salate (una flank margin cave).

Dott. Giuseppe Matteo Riolo
Dott. Giuseppe Matteo RioloDipartimento di Scienze della Terra e del Mare, Università degli Studi di Palermo. Posizione attuale: Geologo di cantiere/Vice direttore tecnico di cantiere.
Classe 1990, ho conseguito il titolo di Dottore magistrale in Scienze e Tecnologie Geologiche presso l’Università degli Studi di Palermo. Concluso questo percorso ho fatto un po' di esperienza nel campo dell’insegnamento come docente di Matematica e Scienze nella scuola secondaria di primo grado. Da più di sei mesi lavoro come Geologo di cantiere per una ditta che opera nel campo delle trivellazioni. Mi sono appassionato alla ricerca scientifica durante la redazione della mia tesi di laurea, nell’ambito della quale mi sono occupato dello studio della Grotta di Carburangeli, conducendo numerose analisi sul campo ed in laboratorio. Tra tutti i partecipanti di Cave Science Pills forse sono quello meno “titolato” dato che non ho fatto un Dottorato o simili, ma di certo sono molto affascinato dal mondo delle grotte e della ricerca e spero in futuro di avere altre opportunità come questa per potermi mettere alla prova!

Giovedì 1 aprile 2021 dalle ore 21:00 alle ore 22:00

Introduce la Prof. Maria Giovanna Belcastro

Antropologia in grotta, il sito preistorico di Zubbio di Cozzo San Pietro.

Nel corso di questa pillola vi presenterò i risultati di una prima campagna di scavo effettuata in Zubbio di Cozzo San Pietro (Sicilia). La recente scoperta di questo sito apre nuove prospettive sullo studio degli insediamenti umani nella preistoria siciliana. Si parte dal rinvenimento del giacimento osteologico, all’organizzazione e la realizzazione del saggio di scavo per terminare con lo studio in laboratorio dei reperti recuperati.

Dott. Pietro Valenti
Dott. Pietro ValentiDipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche Chimiche e Farmaceutiche, Università di Palermo. Posizione attuale: Libero Professionista.
Sono un Naturalista e speleologo dell ’A.N.S Le Taddarite di Palermo, Laureato in Scienze della Natura, dal 2013 collaboro con il Laboratorio di Antropologia e Applicazioni Forensi - Dip. STEBICEF dell’Università di Palermo. Ho avuto la fortuna di affacciarmi al mondo della speleologia durante gli studi universitari, una vera e propria piena che mi ha investito e portato giù nei meandri di questa nobile scienza. Da buon naturalista ho imparato a guardare tutto in modo olistico e ciò mi ha permesso di poter lavorare a diversi progetti come B.A.R.T (BAt Roosts Temperature - BART), di studiare l’entomofauna o depositi osteo-archeologici presso alcune riserve speleologiche siciliane. Dal 2016 faccio parte dell’equipe della missione archeologica dell’Institute of Fine Arts -NYU a Selinunte (TP) come archeozoologo, nel 2017 ho svolto attività di Ricerca come Zoologo per la FortHare University, South Africa. Ripenso spesso al corso d’introduzione a cui partecipai nel 2006 e sicuramente lo rifarei senza indugiare.

Grotta Loubens (Parco dei Gessi Bolognesi): ricostruire il passato con il solo cranio di una donna.

Voglio raccontarvi lo strano caso di un cranio isolato, ritrovato lungo la risalita di un pozzo naturale nelle profondità di una dolina dei gessi bolognesi. Come è finito in un luogo così inusuale? Quanto tempo fa? E soprattutto: Come studiarlo senza una stratigrafia archeologica affidabile?  Dopo il complesso recupero, tutti questi interrogativi hanno portato a una proficua collaborazione tra la soprintendenza –SABAPBO- e i ricercatori di diversi dipartimenti dell’Università di Bologna, dando vita a un caso-studio esemplare per completezza e multidisciplinarietà.

Dott.ssa Lucia Castagna
Dott.ssa Lucia CastagnaEx alunna di Archeologia e Culture del Mondo Antico all’Università di Bologna e del Master in Antropologìa Fìsica y Forense all’Università di Granada. Posizione Attuale: Archeologa.
Sono una giovane archeologa, specializzata in pala e piccone nei cantieri edili. Girovaga per natura, sono finita nel tunnel della speleologia nel 2016 durante uno scavo preistorico in una grotta di Cordoba (Spagna). Da allora, tra la scoperta di un dente di neanderthal nelle cavità di Gibilterra e lo studio dei contesti funerari nel carsismo granadino, le grotte non mi hanno più abbandonato, accompagnandomi dall’archeologia preistorica verso l’antropologia fisica.

Giovedì 8 aprile 2021 dalle ore 21:00 alle ore 22:00

Introduce la Prof. Cristina Carbone

Le croste nere sono tutte di manganese? Il caso della Grotta del Cervo (Abruzzo).

Durante il mio intervento mostrerò come lo studio di queste patine nere permetta di riconoscere variazioni tra condizioni ossiche e subossiche, connesse alle diverse fasi di allagamento, ed investigare il ruolo dalla rugosità della parete sull’interazione tra microbi e minerali in questo ambiente estremo.

Dott. Simone Bernardini
Dott. Simone BernardiniDipartimento di Scienze, Università Roma 3 (Italia). Posizione Attuale: Dottorando
Questa breve autobiografia non può che partire da una confessione, fatta a bassa voce, e non senza un pizzico di vergogna: “Non sono uno speleologo né ho mai messo piede in una grotta.” Alleggerito da questo “peccato originale,” posso parlare un po’ di me. Io sono un mineralogista e mi occupo, ormai da diversi anni, di mineralizzazioni a manganese. Il mio principale interesse è rivolto al loro utilizzo come indicatori delle condizioni redox e come firme biologiche per ricostruzioni paleoambientali. Ho iniziato studiando depositi di manganese dall’Italia centrale e proseguito con campioni provenienti da varie località del mondo e da contesti geologici molto diversi, quali, ad esempio, croste e noduli polimetallici da ambiente marino profondo. Finché un giorno, con l’aiuto di ricercatori che conoscono bene l’ambiente di grotta, ho iniziato ad applicare questa esperienza anche su mineralizzazioni da ambienti ipogei.

L’impatto della marmettola in grotta: il caso del Corchia (Toscana).

Durante la presentazione verrà prima fatto un inquadramento sull’estrazione del marmo nel distretto apuano e sulle caratteristiche generali del carsismo nelle alpi apuane. Successivamente verrà presentato il Corchia come esempio di sistema carsico interessato dalla presenza di marmettola e come questo materiale viene studiato.

Dott.ssa Alessia Nannoni
Dott.ssa Alessia NannoniDipartimento di Scienze della Terra, Università degli studi di Firenze. Posizione Attuale: Borsista.
Sono una geologa nata nel 1989. Dopo aver conseguito la laurea a Firenze in geochimica e vulcanologia mi sono interessata alla speleologia (meglio tardi che mai!), così mi sono iscritta al dottorato di ricerca all’Università di Bologna. Durante questa esperienza mi sono interessata alla circolazione dell’acqua nella zona vadosa dei sistemi carsici, con particolare riguardo per i sistemi complessi dal punto di vista geologico-strutturale. Attualmente mi occupo di come la circolazione idrica influenza il trasporto di sedimenti nei sistemi carsici delle Alpi Apuane e dei fenomeni di contaminazione degli acquiferi da parte della polvere di marmo (localmente chiamata “marmettola”) che viene prodotta durante le attività estrattive del marmo di Carrara.

Giovedì 15 aprile 2021 dalle ore 21:00 alle ore 22:00

Introduce  il Prof. Paolo Reggiani

Il Carso Triestino nella preistoria: uomini e grotte.

Questo intervento vuole essere un racconto di come le grotte del Carso Triestino, e gli archivi in esse contenuti, possano fornirci informazioni utili non solo a valutare la presenza dell’uomo nell’area durante la preistoria, ma anche su come siano cambiati l’altopiano carsico e le aree circostanti nel corso del tempo. Per ricostruire ambienti e attività umane ci verranno in aiuto soprattutto i resti animali preservati nei siti archeologici.

Dott. Francesco Boschin
Dott. Francesco BoschinDipartimento di Scienze Fisiche, della Terra e dell’Ambiente, Università degli Studi di Siena. Posizione attuale: Ricercatore
Classe 1981, triestino, ho frequentato le grotte sin da bambino. È stato grazie a mio nonno che mio fratello ed io abbiamo iniziato a muovere i primi passi nel mondo della speleologia. L’iniziale paura del buio è divenuta ben presto passione naturalistica e questa, unita al mio precoce e insano interesse per gli scheletri degli animali (immaginate la gioia dei miei genitori!), mi ha portato alla laurea in Scienze Naturali, con una tesi in archeozoologia, presso l’Università di Trieste. Dopo alcuni anni passati svolgendo varie attività (tra cui la guida alla Grotta Gigante) ho ripreso la ricerca in ambito universitario a Siena grazie al dottorato prima e ad alcuni assegni di ricerca poi. Attualmente ricopro la posizione di ricercatore presso l’ateneo senese e mi occupo dello studio di resti animali da siti preistorici.

Neanderthal e Sapiens nelle grotte del PN del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.

In questo intervento illustreremo alcuni interessanti dati ottenuti da analisi zooarcheologiche condotte su resti di macromammiferi recuperati in siti del Paleolitico Medio e Superiore dell'Italia meridionale. L'analisi delle ossa di ungulati ha rivelato alcune importanti differenze tra i campioni recuperati negli strati relativi all'occupazione neandertaliana dei siti e quelli provenienti da livelli  riferibili all'uomo moderno. Queste differenze sono probabilmente legate a diversi modelli di sfruttamento delle risorse animali da parte delle due popolazioni umane.

Dott. Jacopo Crezzini
Dott. Jacopo CrezziniUnità di Ricerca di Preistoria e Antropologia, Dipartimento Scienze Fisiche, della Terra e dell'Ambiente, Università degli Studi di Siena, Centro Studi sul Quaternario ONLUS, San Sepolcro, Arezzo. Posizione Attuale: Assegnista di ricerca.
Sono nato a Siena nel 1977. Vivo in questa piccola, meravigliosa, città medievale e passo il mio tempo pensando al Palio e cantando "stornelli" toscani mentre bevo vino rosso. Durante il resto della giornata sono un Post Doc all'Università di Siena e i miei principali interessi di ricerca sono incentrati sull'evoluzione del comportamento umano indagata attraverso lo studio zooarcheologico e tafonomico dei resti faunistici, con un particolare interesse per gli insediamenti del Paleolitico Medio e Superiore dell'Italia centro-meridionale. Oltre a un Phd in Preistoria, Ambiente e Culture, sono laureato in Scienza e Tecnologia dei Prodotti Erboristici e ho conseguito un Master di II livello in Fitoterapia Applicata presso l'Università di Siena. Per questi motivi sono interessato all'evoluzione della dieta dei cacciatori-raccoglitori paleolitici e dei primi agricoltori ed alle strategie di sussistenza e tecnologie di lavorazione dei prodotti naturali adottate da queste popolazioni. Sto anche sviluppando, insieme ai miei colleghi, nuovi protocolli per l'applicazione della microscopia digitale 3D allo studio dei Beni Culturali.

Giovedì 22 aprile 2021 dalle ore 21:00 alle ore 22:00

Introduce  il Prof. Stefano Mammola

Turisti in grotta e artropodi sotterranei: una convivenza possibile?

Durante il mio intervento presenterò le attuali conoscenze sulle principali minacce che condizionano la fauna nelle grotte turistiche, con particolare riguardo a quella invertebrata. Successivamente mi soffermerò su un caso studio, quello della Grotta Monello, una riserva naturale integrale gestita dal CUTGANA dell'Università di Catania e recentemente aperta a piccoli gruppi di visitatori nell'ambito della ricerca scientifica sulla valutazione della "Carrying Capacity".

Dott. Giuseppe Nicolosi
Dott. Giuseppe NicolosiDipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi, Università di Torino. Posizione Attuale: Dottorato di ricerca.
Sono un biologo e speleologo interessato allo studio della fauna e degli ecosistemi ipogei laureato presso l'Università di Catania. Ho iniziato ad andare in grotta ed appassionarmi di tutto ciò che vive e striscia nell'oscurità più totale sin da studente, per poi "laurearmi" speleologo nel 2013 con il Centro Speleologico Etneo di Catania di cui sono tuttora socio. Attualmente lavoro con il Prof. Marco Isaia nell’ambito del progetto PRIN SHOWCAVE dedicato allo studio degli impatti del turismo nelle grotte aperte al pubblico ma, da figlio del vulcano Etna, continuo a dedicarmi allo studio della fauna in ambiente vulcanico e alle minacce antropiche a cui questa è sottoposta.

L'effetto dello speleo-turismo sui geotritoni.

L’intervento inizierà con una panoramica su chi sono i geotritoni e quali sono le loro principali caratteristiche e le loro esigenze ecologiche. Dopodichè riporterò due episodi documentati da due cari amici dalla Sardegna, dove hanno osservato l’attività dei geotritoni all’interno di due grotte turistiche.

Dott. Enrico Lunghi
Dott. Enrico LunghiLaboratorio di Zoologia sistematica ed evolutiva, Istituto di Zoologia, Accademia delle Scienze Cinese, Pechino, Cina. Posizione Attuale: Postdoc.
Ho 36 anni, sono nato e cresciuto a Prato (Toscana, Italia) dove sono rimasto fino a poco più che ventenne. Dopodichè ho iniziato a viaggiare cercando la mia strada, ed effettivamente sembra l’abbia trovata a Milano, dove ho iniziato i miei studi in Scienze Naturali. Successivamente ho continuato i miei studi a Firenze e li ho portati a termine a Treveri (Germania) ottenendo il mio dottorato. Ho capito di voler diventare un ricercatore nel momento in cui ho svolto la mia prima attività di campo: eravamo a raccogliere dati sul geotritone di Strinati. Da quel momento ho focalizzato i miei studi principalmente sui geotritoni, ma col tempo ho iniziato ad appassionarmi anche ad altre specie “cavernicole” e a sviluppare un interesse più ampio per la biologia di grotta. Le mie ricerche si focalizzano principalmente sull’ecologia ed il comportamento delle specie di grotta, con l’obiettivo di raccogliere importanti informazioni utili per migliorare il loro stato di conservazione.

Giovedì 29 aprile 2021 dalle ore 21:00 alle ore 22:00

Introduce  il Dott. Paolo Agnelli

Sistemi anchialini: l'incontro delle acque nel sottosuolo (Zinzulusa, Puglia)

In questo intervento illustrerò le ultime ricerche scientifiche effettuate in Grotta Zinzulusa (Castro -LE) e le prospettive future. Già nota come uno dei dieci siti carsici più importanti al mondo, secondo il Karst Water Institute, per le peculiari forme di vita che vi sono state ritrovate al suo interno, il sistema acquifero della grotta viene per la prima volta studiato in maniera sistematica, grazie alla collocazione di una sonda multiparametrica, un retino per la cattura degli organismi planctonici ed effettuando campionamenti di acqua, sedimento e incrostazioni. Le conseguenti analisi hanno permesso di appurare che tale sistema fosse più complesso di quanto ci si aspettasse, ritrovandovi organismi particolari e mettendo in dubbio la sua classificazione come sistema anchialino propriamente detto.

Dott. Michele Onorato
Dott. Michele OnoratoCentro di Speleologia Sottomarina APOGON onlus. Posizione attuale: Biospeleosub
Nato a Nardò (LE) il 24 settembre 1994, da sempre “più marino che speleo”. Pratico le immersioni con A.R.A. da quando avevo 12 anni ed attualmente sono istruttore subacqueo di secondo livello per la didattica ANIS/CMAS. Esplorando il grande blu, tuttavia, capita con facilità di imbattersi in qualche grotta. Pertanto, sono anche speleosub appartenente al Centro di Speleologia Sottomarina APOGON, col quale svolgo frequentemente attività di rilevamento, topografia e classificazione di grotte sommerse (lungo la costa salentina) e ricerca biospeleologica. Nel giugno 2020 ho conseguito la laurea magistrale in Coastal and Marine Biology and Ecology presso l'Università del Salento, svolgendo la tesi sulle ricerche zoologiche, microbiologiche ed ambientali in Grotta Zinzulusa (Castro - LE), dove ho intenzione di proseguire le ricerche.

Chirotteri e grotte: una questione di buone maniere.

L'intervento è diviso in due parti. La prima espone le generalità dei chirotteri italiani, la loro diversità ed il loro ciclo biologico. La seconda racconta invece delle possibili problematiche incontrate da questi animali relativamente alle attività umane in grotta, e alle accortezze da seguire per garantire una pacifica convivenza.

Dott. Leonardo Ancillotto
Dott. Leonardo AncillottoMuseo di Storia Naturale di Firenze – La Specola, Università degli Studi di Firenze (Italia). Posizione Attuale: Borsista
Sono un chirotterologo di Roma, laureato in Scienze Biologiche e con un dottorato in Biologia Animale; sin dalle prime esperienze di ricerca mi sono concentrato sullo studio dei pipistrelli, appassionandomi alla loro conservazione e lavorando su diverse specie in numerosi contesti italiani, dalle piccole isole all’alta montagna, e ovviamente passando per le grotte. Da diversi anni ho l’onore di essere il Coordinatore nazionale del Gruppo Italiano Ricerca Chirotteri, trovandomi più volte a scontrarmi con problemi di conservazione legati all’uso di edifici e grotte e con il cercare soluzioni di mediazione. In tal senso, sono arrivato a realizzare che solamente una efficace comunicazione e condivisione di intenti tra gruppi di tecnici e pubblico può risultare in una conservazione a lungo termine dei chirotteri, nelle grotte ancor più che in altri ambienti.

Giovedì 6 maggio 2021 dalle ore 21:00 alle ore 22:00

Introduce  il Prof. Luca Zini

Il carsismo nei calcari paleozoici: l'area carsica di Timau.

L'intervento sarà diviso in due parti. Una prima parte generale sull’area Carsica di Timau-Passo di Monte Croce Carnico (geologia, maggiori cavità presenti e alcune note storiche) visto che l’area e soprattutto le grotte sono state utilizzate durante il primo conflitto mondiale ospitando sono numerose testimonianze. La seconda parte si incentrerà sulle caratteristiche più idrogeologiche/geochimiche dell’area e come non sempre gli spartiacque naturali corrispondono a quelli sotterranei e ai bacini idrici sotterranei a essi collegati e che implicazioni ciò comporta.

Dott. Pietro Gutgesell
Dott. Pietro GutgesellDipartimento Matematica .e Geoscienze. Università degli Studi di Trieste (Italia). Posizione Attuale: Assegnista di ricerca
Sono un geofisico laureato all’Università degli Studi di Trieste con una tesi triennale sul ghiaccio della Paradana Ice Cave Trnovski Gozd (Slovenia), e uno master sulla caratterizzazione geofisica mediante GPR del Ghiacciaio del Gran Zebrù. Al momento mi occupo della caratterizzazione e la definizione della Vulnerabilità di acquiferi carsici nel territorio della regione attorno a Trieste utilizzando tecniche GIS.

Il carsismo nei gessi del Friuli Venezia Giulia: il rischio connesso ad un processo in rapida evoluzione.

Nel corso di questo intervento ci focalizzeremo sui fenomeni di sprofondamento chiamati “sinkhole”, voragini che si aprono improvvisamente sotto i nostri piedi. Vedremo alcuni esempi del Friuli-Venezia Giulia, le loro principali caratteristiche e i rischi associati. Insomma, se vedrete un sinkhole dalle vostre parti sarete sicuramente in grado di riconoscerlo e di non caderci dentro!!

Dott.ssa Alice Busetti
Dott.ssa Alice BusettiDipartimento di Matematica e Geoscienze. Università di Trieste. Posizione Attuale: Dottoranda.
Sono una giovane studentessa (classe 1992) che ha avuto la possibilità di spaziare in più ambiti del settore della geologia. La mia esperienza universitaria è cominciata tra un’escursione in ambito glaciologico sul Monte Canin e un rilevamento geomorfologico e idrogeologico del settore costiero delle Isole Egadi (Sicilia) per poi proseguire con i rischi da mareggiata lungo il settore costiero veneto e studi idrogeologici sugli acquedotti regionali (Friuli Venezia Giulia), fino a catapultarmi nel mondo del carsismo. In particolare ora mi occupo di quei fenomeni di sprofondamento naturale ed improvviso che danno origine a voragini generalmente di forma sub-circolare noti in letteratura con il termine “sinkhole”, il cui sviluppo può creare dissesti nei centri urbani e danneggiare le infrastrutture.

Giovedì 13 maggio 2021 dalle ore 21:00 alle ore 22:00

Introduce  il Dott. Pierpaolo Duce

Monitoraggio Ambientale in cavità naturali: finalità e strumentazioni.

Nella presentazione spiegherò l’importanza del monitoraggio nelle grotte turistiche e non, sottolineando quanto questi studi siano fondamentali per esaminare gli eventuali impatti da parte dei visitatori. Mostrerò le diverse strumentazioni utilizzate, esaminando tutte le fasi del monitoraggio, dall’installazione delle apparecchiature allo scarico ed utilizzo dei dati raccolti. Infine, illustrerò alcuni risultati ottenuti attraverso i monitoraggi, evidenziando le principali problematiche riscontrate.

Dott.ssa Valentina Balestra
Dott.ssa Valentina BalestraDipartimento di Ingegneria dell'Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture, Politecnico di Torino. Vicepresidente di Biologia Sotterranea Piemonte - Gruppo di Ricerca; GS Piemontese. Attuale posizione: Assegnista di Ricerca.
Classe 1987, naturalista a 360°, eternamente curiosa e profondamente innamorata della natura. Mi sono laureata in Ingegneria dell’Ambiente e in Scienze dei Sistemi Naturali (tesi magistrale su monitoraggi conservativi biologici e ambientali in grotta) per cui cerco di unire varie discipline per conoscere meglio il mondo che ci circonda, tentando anche di trovare soluzioni alternative ed approcci più sostenibili per preservarlo. La speleologia mi ha rapita dal 2016. Al momento faccio parte del team di lavoro del Politecnico, nell’ambito del progetto PRIN SHOWCAVE, dedicato allo studio dell’impatto dell’uomo nelle grotte turistiche. Nello specifico mi occupo dello studio dei fattori ambientali che caratterizzano l’habitat ipogeo, dei parametri climatici che favoriscono la formazione/corrosione degli speleotemi e dell’inquinamento da microplastiche. Fornire nuove conoscenze sul sistema ipogeo è il primo passo per poterlo tutelare.

Implicazioni ambientali delle grotte turistiche: dagli indicatori microclimatici agli impatti ambientali.

Il mio intervento verterà sull’importanza della caratterizzazione fisica delle masse d’aria in ambiente carsico e del loro monitoraggio finalizzato alla valutazione delle modificazioni ambientali nelle grotte turistiche indotte dalla frequentazione antropica. In particolare mi focalizzerò sul monitoraggio meteorologico ipogeo di alcune tra le più importanti grotte turistiche in Sardegna nell’ambito del progetto PRIN “SHOWCAVE”. Introdurrò un nuovo approccio analitico che verrà applicato per l’analisi dell’impatto ambientale e la stima della carrying capacity di una grotta turistica, il Life Cycle Assessment.

Dott.ssa Daniela Cinus
Dott.ssa Daniela CinusIstituto di Bioeconomia di Sassari - Consiglio Nazionale delle Ricerche. Posizione attuale: Assegnista di ricerca. Gruppo Speleo Ambientale Sassari (G.S.A.S.).
Classe 1988, naturalista, speleologa e subacquea, laureata in Scienze Naturali con un master in Gestione dell’Ambiente e del Territorio. Durante l’università ho studiato i coleotteri endemici ipogei della Sardegna del genere Ovobathysciola. Attualmente al C.N.R. mi occupo di monitoraggio di parametri fisici in ambiente carsico e valutazione dell’impatto antropico sulle grotte turistiche nell’ambito del progetto PRIN SHOWCAVE. Sono istruttore di speleologia della S.S.I. e tecnico di soccorso speleologico del C.N.S.A.S. dal 2012. Mi sono immersa in questo mondo nel 2008 e questa passione mi ha portato ad esplorare i grandi sistemi profondi del carsismo in Sardegna, tra i più estesi d’Italia. La grotta è un’esperienza che consiglio a tutti. Condividere freddo, fatica ed emozione di un’esplorazione consolida i legami, ma attenzione, crea dipendenza!

Giovedì 20 maggio 2021 dalle ore 21:00 alle ore 22:00

Introduce  il Prof. Mario Parise

Le acque raccontano storie di mondi sotterranei – La storia dell’Altopiano di Asiago e delle grotte a nord-est (Trentino – Veneto).

E’ stato condotto il primo monitoraggio biennale delle acque che scorrono all’interno del settore NE dell’Altopiano di Asiago. Nell’area di studio, 200 km2 con 60 km di grotte esplorate, viene definito un modello idrogeologico e idrochimico, attraverso l’utilizzo di traccianti naturali e artificiali. L’eccezionale conoscenza tridimensionale dell’area ha permesso di studiare l’evoluzione delle caratteristiche chimico-fisiche delle acque, dalla loro infiltrazione, al percorso attraverso complesse grotte da verticali a orizzontali, instaurate su vari livelli paleofreatici, fino alle sorgenti sul fondovalle della Valsugana.

Dott. Stefano Marighetti
Dott. Stefano MarighettiGruppo Grotte Selva (TN-Italia). Posizione attuale: Speleologo.
In grotta fui costretto ad andarci per la prima volta nella vita a 14 anni, come tutti gli altri ragazzi di quell’età di Selva di Grigno, un piccolo paese isolato del Trentino, circondato da altopiani carsici. Rimasi folgorato dalla speleologia, come tratto radicato e identitario della comunità locale ma soprattutto dal suo lato esplorativo e avventuroso. Del lato scientifico della speleologia venni a conoscenza solo in seguito, ormai a vent’anni, durante una spedizione nelle Filippine con La Venta. Al ritorno mi iscrissi all’università e tutto il mio percorso accademico si incentrò su speleogenesi e idrogeologia carsica. Ora ho trent’anni, vivo in Alto Adige dove lavoro da geologo. Sogno di tornare presto in Selva e continuare a esplorare le grotte di casa, con un nuovo sguardo scientifico.

Gli acquiferi carsici della Puglia: le grotte come straordinari laboratori naturali.

Il mio intervento illustrerà l’importanza e le modalità di recupero delle informazioni custodite dalle grotte e dall’ambiente carsico circostante, per comprendere meglio il comportamento dell’acqua dolce che si muove sotto i nostri piedi.

Dott.ssa Isabella Serena Liso
Dott.ssa Isabella Serena LisoUniversità degli Studi di Bari Aldo Moro, Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali. Posizione Attuale: Dottoranda
Ho iniziato ad occuparmi del mondo sotterraneo subito dopo la laurea in geologia, nel 2012. Mi interessava capire come l'acqua si infiltra nel sottosuolo e, scorrendo sotto i nostri piedi, ritorna in superficie come acqua sorgiva. Ho lavorato per 4 anni presso l’Istituto di Ricerca Sulle Acque (CNR). In questi anni, ho deciso di avvicinarmi alla speleologia perché mi dava la possibilità di entrare nel sistema naturale che stavo studiando, e di poterlo osservare dall'interno. Ora sono al terzo anno del dottorato di ricerca e sto studiando due grotte, situate in Puglia, che consentono agli speleologi di raggiungere fisicamente la falda acquifera e di poterla monitorare in modo diretto, nel suo ambiente naturale. Queste particolari e fortunate situazioni hanno trasformato le due grotte pugliesi in straordinari laboratori naturali, dai quali apprendere e raccogliere importanti informazioni sulla preziosa acqua che contengono.

Mercoledì 26 maggio 2021 dalle ore 21:00 alle ore 22:00

Introduce  il Dott. Massimiliano Costa

Gestione e monitoraggio delle grotte aperte al pubblico: l’esperienza del Progetto Interreg ADRION – Adriaticaves in Emilia – Romagna.

In questo intervento riassumeremo l’importanza delle grotte sia per la ricerca scientifica che come habitat a sé stante, analizzandone le fragilità in funzione della frequentazione turistica e non. Parleremo dell’importanza del monitoraggio delle grotte aperte al pubblico e degli approcci adottati nel corso del Progetto Interreg ADRION-Adriaticaves con particolare attenzione alle attività svolte nei territori dell’Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità – Romagna.

Dott.ssa Veronica Chiarini
Dott.ssa Veronica ChiariniDipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali – Università di Bologna. Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità – Romagna. Current position: assegnista di ricerca /collaboratrice.
Ho iniziato a frequentare i gessi romagnoli sin da bambina. Già allora mi incuriosivano quei “buchi” nel terreno e mi chiedevo cosa ci fosse là sotto. Durante gli studi universitari in geologia ho quindi deciso di iscrivermi a un corso di speleologia al GSFa per poter finalmente esplorare quei luoghi misteriosi. Poi son partita per la Nuova Zelanda, ma questa è un’altra storia! Sono tornata per iniziare un dottorato in Scienze della Terra in cotutela tra le Università di Bologna e di Grenoble (Francia). Ho così recuperato due passioni in una volta sola: la speleologia e lo studio dei cambiamenti climatici avvenuti in passato. In quel periodo ho visitato numerose grotte in Emilia-Romagna, Puglia e Bosnia... le stalagmiti campionate stanno tutt’ora fornendo dati interessanti per la ricerca paleoclimatica! Terminato il dottorato ho iniziato una collaborazione con l’Ente Parchi Romagna per occuparmi del Progetto Interreg ADRION – Adriaticaves durante il quale ho approfondito i temi del monitoraggio delle grotte, della gestione sostenibile e della fruizione turistica di questi ambienti.

La percezione del turismo in grotta ed i suoi impatti

L’intervento di questa sera si propone di evidenziare i principali impatti delle attività turistiche sull’ecosistema di grotta. Si cercherà inoltre di capire cosa i turisti valorizzano di questo meraviglioso ambiente sotterraneo e quale percezione hanno del loro impatto come visitatori. Partiremo dalle attuali conoscenze e illustreremo gli obiettivi di un nuovo studio volto a comprendere la consapevolezza da parte dei turisti e degli altri stakeholders dell’impatto del turismo in grotta.

Dott.ssa Veronica Nanni
Dott.ssa Veronica NanniDipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi, Università degli Studi di Torino. Posizione attuale: Assegnista di ricerca.
Sono ecologa, conservazionista e giovane ricercatrice. Laureata alla Magistrale di Scienze dei Sistemi Naturali a Genova, ho avuto diverse esperienze formative all’estero che mi hanno portata a lavorare in centri di ricerca, musei di storia naturale e università tra Spagna, Finlandia e Slovenia. Le mie ricerche uniscono aspetti ecologici, sociologici e gestionali del Human-Wildlife Conflict, focalizzandosi sulla Human Dimensions e percezione del pubblico rispetto al mondo naturale. Da cinque anni mi sono avvicinata al mondo della speleologia per amicizia e per appagare la voglia di avventura e di scoperta. Sono appena entrata a far parte del team del Prof. Marco Isaia nell’ambito del progetto PRIN SHOWCAVE, occupandomi della percezione dell’impatto dei turisti in grotta tra i diversi stakeholders. Attraverso un approccio multidisciplinare, il progetto si propone di scoprire quali sono le principali minacce a cui sono esposte le grotte turistiche per fornire linee guida volte alla loro conservazione.

Giovedì 03 giugno 2021 dalle ore 21:00 alle ore 22:00

Introduce  il Prof. Francesco Fiorillo

La circolazione idrica sotterranea negli acquiferi carsici nell'Appennino.

Grotte e cavità sotterranee sono il risultato di processi di dissoluzione delle rocce carbonatiche ad opera delle acque. Nei sistemi carsici, le acque hanno differenti origini; per esempio, esse possono derivare dall’infiltrazione diretta delle precipitazioni, oppure percorrere distanze più o meno lunghe in profondità, spinte dalle differenze di carico idraulico tra la zona di alimentazione e quella di recapito delle acque, dove sono generalmente ubicate le sorgenti. I percorsi seguiti dalle acque sotterranee sono estremamente complessi e articolati e dipendono da un gran numero di fattori. Il mio intervento proverà a spiegare le modalità con le quali le acque sotterranee circolano all’interno degli acquiferi carsici, anche attraverso l’illustrazione di alcuni casi studio relativi ad alcuni acquiferi della Campania.

Dott. Guido Leone
Dott. Guido LeoneUniversità degli Studi del Sannio, provincia di Benevento, Campania. Posizione attuale: Dottorando
Sono un giovane dottorando alle prime armi nel mondo dell’idrogeologia carsica e sto svolgendo le mie ricerche presso l’Università degli Studi del Sannio, in provincia di Benevento (Campania). Ironia della sorte, sono originario di un piccolo paese della provincia di Benevento, Telese Terme, nota per le sue sorgenti solfuree e i suoi sinkhole, la cui genesi è legata proprio al collasso di alcune cavità carsiche. Sebbene le mie ricerche non siano strettamente finalizzate alla conoscenza delle grotte e delle cavità sotterranee, per chi come me si occupa di idrologia degli ambienti carbonatici, tali forme del paesaggio carsico sono spesso fondamentali per l’interpretazione di molti fenomeni. Per esempio, le grotte costituiscono dei siti ideali per l’acquisizione di dati per lo studio dell’idrodinamica degli acquiferi. Inoltre, lo studio delle loro caratteristiche può consentire, in alcuni casi, di risalire all’origine delle acque sotterranee, essendo esse il risultato di specifici meccanismi di circolazione idrica.

Vulnerabilità delle risorse idriche sotterranee in ambiente carsico.

La tutela delle risorse idriche è fondamentale e di prioritaria importanza, in particolar modo nel momento in cui tali risorse vengono sfruttate ai fini idropotabili. Gli acquiferi carbonatici, dati gli ottimi caratteri qualitativi e quantitativi che contraddistinguono la risorsa idrica, rappresentano un ideale serbatoio idrico da cui attingere. Nel corso dell’intervento verrà illustrata la vulnerabilità idrica in ambiente carsico: cause, percorsi ed effetti.

Dott. Vittorio Catani
Dott. Vittorio CataniDipartimento di Scienze e Tecnologie, Università degli Studi del Sannio. Posizione Attuale: Post doc.
Sono un giovane geologo da sempre impegnato in tutto ciò che attiene alla tutela ambientale. Dopo aver conseguito un Master in bonifica dei siti inquinati presso la Sapienza e lavorato nel settore delle bonifiche, ho intrapreso un percorso accademico presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie dell’Università degli Studi del Sannio che mi ha permesso di conseguire un Dottorato di ricerca in Idrogeologia Applicata discutendo la tesi: “Integrated approach to the assessment of Campania water quality and vulnerability”. Non sono uno speleologo ma per motivi legati alle mie ricerche ho avuto a che fare con le grotte, sia per studi e test di natura idrogeologica (grotte ed inghiottitoi dell’Appennino Meridionale) che nel monitoraggio ambientale del gas radon (Perama Cave, Grecia).

Giovedì 10 giugno 2021 dalle ore 21:00 alle ore 22:00

Introduce la Prof.ssa Laura Bruno

Il mondo microbiologico dei Moonmilk (latte di monte): la Grotta Nera (Abruzzo).

Durante la mia pillola discuteremo del perché le grotte possono essere considerate un ambiente estremo e perché i microrganismi hanno un ruolo importante nel rimodellamento di questi ambienti. Più precisamente, andremo a parlare di come i batteri possono influenzare la formazione di alcuni speleotemi (depositi secondari minerali). Nello specifico, vi parlerò della Grotta Nera (nel parco nazionale della Majella, in Abruzzo) e di alcuni particolari speleotemi che si possono trovare al suo interno chiamati moonmilk. Infine, vi racconterò di come sto collaborando a studiare le comunità microbiche che abitano questi curiosi speleotemi.

Dott.ssa Lisa Foschi
Dott.ssa Lisa FoschiLaboratorio di Microbiologia Molecolare e Applicata, Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie – FaBiT, Università di Bologna. Posizione attuale: borsista.
Sono una biologa dell’evoluzione (classe 1992), nerd e divulgatrice 24h su 24. Durante la triennale in Scienze Biologiche ho scoperto il mio grande interesse per l’Astrobiologia, ovvero lo studio dell’evoluzione della vita sulla Terra e la sua ricerca in altri contesti planetari. Il mio interesse è rivolto principalmente ai microrganismi (Archea e Batteri) in grado di sopravvivere in ambienti estremi. Nel periodo della laurea magistrale ho avuto la possibilità di studiare microrganismi provenienti da un particolare ambiente estremo: quello delle grotte. Durante il mio tirocinio ho lavorato alla caratterizzazione microbiologica di campioni provenienti dalla grotta quarzitica chiamata Imawarì Yeuta (in Venezuela), effettuando uno studio tassonomico e filogenetico. Attualmente sono una borsista presso il laboratorio di Microbiologia Molecolare e Applicata del Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie. Sto collaborando all’elaborazione di dati provenienti da diversi ambienti di grotta (carbonatiche e sulfuree), contribuendo con un’analisi tassonomica e filogenetica delle comunità microbiche presenti: lo scopo principale di questo lavoro è cercare di attestare e quantificare l’eventuale influenza dei microrganismi nella genesi di alcuni depositi minerali secondari.

Perché indagare il Microbiota delle grotte?

Perché oltre a rappresentare un patrimonio naturale di biodiversità e contribuire al mantenimento della grotta stessa, la componente microbica gioca un ruolo fondamentale nella valutazione dell’impatto antropico e sullo stato delle grotte, specialmente quelle turistiche, fornendoci dei veri e propri sensori viventi, i bioindicatori.

Dott. Federico Biagioli
Dott. Federico BiagioliAffiliazione: Dipartimento di Scienze Ecologiche e Biologiche (DEB) dell’Università della Tuscia (Italia). Posizione Attuale: Dottorando.
Sono un biologo molecolare-cellulare (classe 1986) e dottorando di ricerca presso il dipartimento di Scienze Ecologiche e Biologiche dell’Università degli Studi della Tuscia. Credo che la forza motrice che mi ha condotto sino a questo punto, non sia stata solo la volontà di raggiungere un obbiettivo preciso, ma soprattutto la mia curiosità nel conoscere le mille sfaccettature che lo studio della vita ci offre. Ho scavato in lungo in largo nei meandri della biologia, passando dalla fisiologia umana, dalla metabolomica e proteomica, dalla spettrometria di massa, che sono finito sotto terra, vivo, a studiare il microbioma delle grotte e l’impatto che le attività umane hanno su di esso. Inoltre, lo studio della componente microbica di un ambiente così estremo, spazialmente limitato, oligotrofico ed oscuro come quello delle grotte, apre una via dritta verso il cielo, nello studio di strategie di adattamento e sopravvivenza per la ricerca di tracce e forme di vita nello spazio.

Mercoledì 16 giugno 2021 dalle ore 21:00 alle ore 22:00

Introduce la Prof.ssa Maddalena Del Gallo

Cave Microbial Survey: speleologi a supporto della microbiologia ipogea.

Il progetto di citizen science Cave Microbial Survey nasce con l’intento di creare un link tra gli speleologi ed il mondo della ricerca. E’ volto alla raccolta di dati sulla microflora ipogea, attraverso l’utilizzo di un supporto digitale molto semplice da compilare. In questa pillola di scienza, verrà introdotta una panoramica di tutte le forme di attività microbica che si possono individuare ad occhio nudo e tutti gli ambiti di ricerca che risultano strettamente legati alla microbiologia ipogea. Infine, verranno presentati dei lavori scientifici nati proprio dall’utilizzo di questo progetto.

Dott.ssa Ilaria Vaccarelli
Dott.ssa Ilaria VaccarelliDipartimento di Medicina clinica, Sanità pubblica, Scienze della Vita e dell’Ambiente. Università degli Studi dell’Aquila. Posizione Attuale: borsista di ricerca post laurea.
Sono una giovane speleologa (classe 1992) laureata in Biologia Ambientale presso l’Università degli Studi dell’Aquila. Da diversi anni mi interesso di microbiologia ipogea e per entrambe le mie tesi ho avuto la possibilità di raccogliere personalmente i dati in diverse cavità italiane e straniere. Nel 2016 ho creato un progetto internazionale di raccolta dati sulla microflora ipogea: Cave Microbial Survey (CMS) e faccio parte dell’associazione di esplorazioni geografiche ‘’Persephone Esplorazioni’’. Ho coordinato il campionamento microbiologico e della stigofauna durante due spedizioni in Macedonia (Mavrovo Caving Project 2017- 2018), vincendo anche un progetto del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP). Da aspirante microbiologa, porto avanti con tenacia i miei progetti, convinta del fatto che il microbioma sotterraneo rappresenti una preziosa risorsa per la ricerca sulla superficie terrestre…e perfino quella extraterrestre!

Finché c'è luce, c'è vita: biofilm a cianobatteri in ambiente ipogeo.

In questo intervento, verranno mostrate le principali metodologie di studio di biofilm a cianobatteri che si sviluppano in ambienti ipogei di alto valore culturale. In particolare, saranno riportati gli studi effettuati su biofilm che crescono in ambienti confinati come varie Catacombe Romane, evidenziandone le caratteristiche in comune e le diversità.

Dott.ssa Lorenza Rugnini
Dott.ssa Lorenza RugniniLaboratorio di Biologia delle Alghe, Dipartimento di Biologia, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Attuale posizione: Postdoc.
Laureata in Biotecnologie Industriali, con un dottorato in Biologia Evoluzionistica ed Ecologia, dopo aver lavorato sul recupero di reflui mediante microalghe, negli ultimi 5 anni ho scoperto il fantastico mondo degli ambienti ipogei. Anche lì, c’è vita! e soprattutto biofilm fototrofi composti per lo più da cianobatteri! La caratterizzazione biologica di questi microrganismi permette di conoscere la loro biodiversità e la loro capacità di sopravvivenza anche in questi ambienti, purché in presenza di una fonte di luce (anche flebile) e un po' di umidità. Inoltre, la loro conoscenza permette di mettere a punto dei sistemi di controllo della loro crescita per evitare il biodeterioramento di luoghi ad alto valore culturale.